Il piano B è un concetto mitologico, metafisico, quasi spirituale.

Il sommo poeta Giorgio Gaber diceva che: “un’idea un concetto un’idea, finche resta un’idea è soltanto astrazione. Se potessi mangiare un’idea avrei fatto la mia rivoluzione…”

Il piano B deve darci da mangiare, un chiringuito a Formentera può essere una bella idea, ma difficilmente darà da mangiare a tutti quelli che vorrebbero aprirlo.

Dunque bisogna essere concreti, avere il giusto timing ed essere supportati da un buon coach.

Costruire un piano B non solo è possibile , ma è alla portata di tutti e il momento per farlo è proprio ora.

La Ricetta:

Prendi quello che hai riposto in uno spazio segreto del cervello, qualcosa che vorresti realizzare o fare, un’idea che vorresti provare a rendere più concreta e inizia ad agirla.

La mistica del piano b racconta che bastino passione e volontà.

Ok, può essere, ma mentre la passione è una condizione necessaria ma non sufficiente, la volontà dev’essere allenata e indirizzata lungo un percorso che dev’essere affrontato con un metodo preciso ed efficace.

Per quanto mi riguarda, ho utilizzato il #coaching, con un #coach e per prima cosa ho fatto luce sull’obiettivo (sgombrando quella fastidiosa nebbia che confonde le idee) e solo poi ho identificato le tappe e gli strumenti per raggiungerlo.

Ecco il mio percorso, magari vi sarà utile:

  1. Individuare l’ obiettivo, ovvero chiarire cosa si voglia fare, dove si voglia andare e soprattutto dove si voglia arrivare. E’ il momento più duro perché siamo consapevoli che, presa la decisione di incominciare, niente sarà più come prima.
  2. Fare luce attorno all’obiettivo: valutare gli aspetti positivi, quelli negativi e anche quelli apparentemente neutri. Provate ad immaginare come vi vorrete sentire quando avrete raggiunto l’obiettivo e a visualizzare quello stato d’animo. p/s E’ fondamentale tenere a mente che ogni obiettivo debba essere “SMART”, ovvero specifico, misurabile, raggiungibile, rilevante e con un tempo vincolato.
  3. Stabilire un piano d’azione concreto, quindi iniziare a pianificare e iniziare a fare. Il cervello esce dalla zona di comfort ed inizia a elaborare pensieri nuovi se si creano delle micro-abitudini “stealth” (non tracciabili dal radar) e le si attivano.
  4. Individuare eventuali ostacoli alla realizzazione del piano d’azione e nel caso studiare delle misure per rimuoverli, ripartendo dal punto 2.
  5. Fare, sbagliare, correggere, rifare .
  6. Riconoscere e festeggiare ogni piccolo o grande obiettivo raggiunto.

Realizzare un piano B è possibile, bisogna imparare a costruirlo con perseveranza, ascoltandosi con amore e confrontandosi con coraggio.

Ah già, farsi aiutare è caldamente consigliato.

Anche perché Formentera d’inverno non è che sia il massimo e se in estate dovete lavorare come dei matti dentro al chringuito…